Adeguamento doloroso dell’economia al franco forte

Berna, 16.06.2015 - Previsioni congiunturali del gruppo di esperti della Confederazione – estate 2015* - All’inizio dell’anno è stato confermato il rallentamento congiunturale dell’economia svizzera. Durante il primo trimestre, il PIL a prezzi costanti è diminuito dello 0,2%. Considerando l’intero 2015, il commercio estero dovrebbe influire negativamente sulla crescita in Svizzera. Grazie a un lento miglioramento della congiuntura europea e alla domanda interna che continua a espandersi, nel 2015 il PIL svizzero dovrebbe aumentare dello 0,8% (a marzo si prevedeva un + 0,9%). È previsto un miglioramento per il 2016, anno in cui il PIL dovrebbe crescere dell’1,6% (previsione di marzo: + 1,8%). Dal mese di febbraio il numero dei disoccupati in Svizzera è tornato a salire; in media il tasso di disoccupazione annuo dovrebbe raggiungere il 3,3% nel 2015 e il 3,5% nel 2016.

Congiuntura internazionale
Nel primo trimestre del 2015, dopo tre trimestri positivi consecutivi, il PIL degli Stati Uniti è diminuito dello 0,2%. Questo inizio negativo è in parte riconducibile all’inverno rigido e ai numerosi scioperi portuali. Tuttavia, anche nei prossimi trimestri le esportazioni dovrebbero risentire della tendenza all’apprezzamento del dollaro. La domanda interna si è inoltre mantenuta al di sotto delle aspettative. Complessivamente, nell’anno in corso l’economia americana dovrebbe crescere del 2,3% ovvero 0,9 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni precedenti.

Nel primo trimestre del 2015 la crescita dell’eurozona ha segnato + 0,4%. Tuttavia, alla luce del basso prezzo del petrolio, della debolezza dell’euro e della politica monetaria espansiva, la ripresa procede piuttosto lentamente. Nel primo trimestre la Germania è rimasta al di sotto delle aspettative, diversi indicatori fanno però presagire un’imminente accelerazione. Complessivamente, per questo e per il prossimo anno nell’eurozona si prevede ancora una crescita moderata (2015: 1,4%; 2016: 1,7%).

Le notizie che arrivano dalle altre zone del mondo sono molto discordanti. Nel 1° trimestre del 2015 il Giappone è cresciuto dell’1,0%. Anche l’India continua a crescere in maniera dinamica. La Cina ha invece leggermente rallentato il passo. La Russia è in uno stato di profonda recessione. Oltre all’incertezza politica e alle sanzioni economiche legate alla crisi ucraina, il prezzo del petrolio particolarmente basso contribuisce ad aggravare la situazione. Anche il Brasile in quanto esportatore di materie prime risente del livello basso dei prezzi.

Situazione e previsioni congiunturali per la Svizzera
Durante il 1° trimestre 2015 il PIL svizzero è calato dello 0,2%. La bilancia commerciale dei beni e dei servizi ha avuto ripercussioni nettamente negative sulla crescita (calo delle esportazioni e aumento delle importazioni). L’andamento positivo della domanda interna ha contenuto il calo del PIL. La contrazione del PIL è riconducibile in gran parte all’apprezzamento del franco da metà gennaio in poi. Sono inoltre diminuite le esportazioni del settore chimico-farmaceutico, che in generale non risentono particolarmente delle fluttuazioni del tasso di cambio. Anche gli investimenti edilizi hanno perso dinamicità, senza comunque dipendere direttamente dal tasso di cambio.

A causa del debole andamento dell’attività economica osservato nel 1° trimestre 2015 e della leggera revisione al ribasso della crescita economica mondiale (in particolare per il 2015 negli Stati Uniti), il gruppo di esperti della Confederazione si aspetta ormai una crescita del PIL svizzero dello 0,8% nel 2015 (invece dello 0,9% previsto a marzo). Il gruppo di esperti ritiene comunque che l’economia svizzera sarà in grado di adattarsi al nuovo contesto senza entrare in una recessione pronunciata. Ciò a condizione che la domanda interna continui ad evolvere in maniera robusta e che l’economia mondiale prosegua nella sua ripresa. Per il 2016 si prevede dunque un aumento del PIL a prezzi costanti dell’1,6% (contro l’1,8% pubblicato a marzo). Malgrado il deterioramento, in alcuni casi piuttosto marcato, di diversi indicatori congiunturali, gli ultimi dati disponibili a maggio (barometro congiunturale del KOF, indice PMI) lasciano presagire un graduale miglioramento nei prossimi trimestri. L’andamento delle e sportazioni di beni resta comunque preoccupante.

Da febbraio sul mercato del lavoro il numero dei disoccupati è tornato a salire al ritmo di circa 1500 unità al mese, al netto delle variazioni stagionali. Nel mese di maggio il tasso di disoccupazione destagionalizzato era del 3,3% (dati e definizione: SECO). Attualmente l’aumento del numero di disoccupati riguarda piuttosto la Svizzera tedesca rispetto alla Svizzera romanda e al Ticino. La stima del tasso di disoccupazione per il 2015 è rimasta invariata (3,3%), mentre la stima per il 2016 è stata lievemente rivista al rialzo (3,5% in media annua contro il 3,4% pubblicato a marzo).

A partire dal gennaio scorso l’apprezzamento del franco ha avuto un forte effetto su diversi prezzi (prezzi alla produzione, all’importazione, all’esportazione e al consumo). Fino al mese di maggio i prezzi al consumo hanno continuato a diminuire. La previsione sull’andamento dei prezzi al consumo tra marzo e giugno non è cambiata (2015: -1,0%; 2016: +0,3%). La riduzione dei prezzi all’esportazione riflette i grandi sforzi degli esportatori per limitare l’aumento dei prezzi in valuta straniera, anche a costo di vedere ridotti i propri margini. La bassa inflazione all’estero ha contribuito ad esacerbare gli effetti dell’apprezzamento del franco sulla competitività delle imprese svizzere. Perlomeno hanno subito un forte calo anche i prezzi all’importazione, contribuendo a rendere meno cari i fattori produttivi.


Rischi congiunturali
Gli effetti congiunturali del franco forte restano ancora difficili da valutare. L’economa svizzera è, inoltre, ancora vulnerabile rispetto ad eventuali ulteriori sbalzi del tasso di cambio. Attualmente le prospettive di successo nella crisi greca appaiono molto incerte. I rischi legati all’evoluzione a breve termine del tasso di cambio tra il franco e l’euro restano quindi presenti. Una soluzione temporanea della crisi e una ripresa congiunturale più forte del previsto nell’eurozona potrebbero invece agevolare il deprezzamento del franco rispetto all’euro.

La recessione in Russia e quella che si prevede per quest’anno in Brasile, oltre al rallentamento della crescita di diverse economie emergenti asiatiche, rappresentano altrettanti fattori che rischiano di frenare più del previsto la dinamica del commercio mondiale. In questo caso occorrerebbe rivedere nuovamente le stime di crescita per la Svizzera. In effetti, negli ultimi anni questi paesi hanno svolto un ruolo tutt’altro che secondario per l’aumento dei nostri saldi commerciali positivi.

Le incertezze sulle relazioni tra la Svizzera e l’Unione europea gravano sulla dinamica degli investimenti e potrebbero continuare ad avere un effetto negativo. Inoltre sono incerti gli effetti delle condizioni monetarie attuali (tasso di riferimento negativo in Svizzera, quantitative easing nell’Eurozona).

* Il gruppo di esperti della Confederazione pubblica trimestralmente le tendenze e previsioni congiunturali per la Svizzera. La previsione per il mese di giugno 2015 è commentata nel presente comunicato stampa. La pubblicazione «Tendances conjoncturelles» della SECO integra queste previsioni e approfondisce altri aspetti dell’evoluzione congiunturale recente. La pubblicazione è allegata alla rivista «La Vie économique» (www.lavieeconomique.ch). È consultabile gratuitamente anche in Internet, in formato pdf, all’indirizzo http://www.seco.admin.ch/dokumentation/publikation/00007/00021/05506/index.html?lang=fr


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