Ucraina orientale: il Consiglio federale condanna l’azione russa ritenendola un atto che viola il diritto internazionale

Berna, 23.02.2022 - Nella sua seduta del 23 febbraio 2022, il Consiglio federale ha discusso della situazione in Ucraina orientale. Condanna il riconoscimento da parte della Russia di due regioni come Stati indipendenti, dichiarandolo un atto contrario al diritto internazionale e una violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina. Il Consiglio federale vuole evitare che la Svizzera venga usata come piattaforma per aggirare le sanzioni imposte dall’Unione europea e intende quindi analizzare questi provvedimenti con attenzione.

Da quando la Russia ha riconosciuto Donec’k e Luhans’k – due regioni non controllate dal Governo – come Stati indipendenti, le tensioni in Ucraina orientale sono aumentate in modo massiccio. Il Consiglio federale sta seguendo l’evolversi della situazione con grande preoccupazione, poiché vi è il rischio di un’ulteriore escalation. Condanna l’azione russa ritenendola un atto che viola il diritto internazionale, l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. La Svizzera non riconosce l’indipendenza di questi territori, che rimangono parte dello Stato ucraino.

Riconoscendo l’indipendenza di queste regioni, la Russia ha violato direttamente gli accordi di Minsk, che aveva cofirmato. Questi accordi erano stati negoziati nel 2014 tra Ucraina, Russia, Francia e Germania, e rappresentano la base per allentare le tensioni e risolvere il conflitto in Ucraina orientale. Come membro del gruppo di contatto trilaterale, la Russia ha l’obbligo di sostenere l’attuazione di tali accordi.

La Svizzera continuerà ad adoperarsi per una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina orientale, sostenendo gli sforzi dell’OSCE e dell’inviato speciale della presidenza dell’OSCE in Ucraina nonché l'impegno del gruppo di contatto trilaterale, al fine di facilitare una risoluzione pacifica del conflitto.

Nel quadro dell’OSCE, la Svizzera interviene anche per garantire che la Missione speciale di monitoraggio (Special Monitoring Mission, SMM), civile e disarmata, possa continuare a esercitare il suo mandato sul territorio dell’Ucraina. I membri svizzeri della SMM rimangono in azione nel Paese. Specialmente in una situazione di crisi, è importante che la SMM possa continuare il suo lavoro come missione civile e disarmata, poiché assicura un monitoraggio obiettivo della situazione della sicurezza in loco.

La Svizzera non deve diventare una piattaforma per aggirare le sanzioni ’dell'UE
Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, il Consiglio federale aveva deciso di non adottare le sanzioni dell’Unione europea (UE) contro la Russia, ma di prendere tutte le misure necessarie affinché la Svizzera non venisse usata per aggirare questi provvedimenti.

In seguito al riconoscimento, da parte della Russia, delle aree non controllate dal Governo come Stati indipendenti, vari Paesi occidentali hanno imposto ulteriori sanzioni. L’Esecutivo vuole evitare che la Svizzera diventi una piattaforma per aggirare le sanzioni dell’UE e intende quindi analizzare questi provvedimenti con attenzione e prima di decidere di conseguenza. Le autorità svizzere sono in costante contatto con quelle di vari Paesi per scambiare informazioni sulla situazione attuale.

Sulla base della legge sugli embarghi, la Confederazione può adottare misure coercitive per far rispettare le sanzioni adottate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) o dai principali partner commerciali della Svizzera al fine di assicurare il rispetto del diritto internazionale, in particolare in materia di diritti umani. Le misure coercitive, che possono comprendere blocchi di merci e di servizi, sanzioni finanziarie, divieti di ingresso e di transito, oppure una combinazione di queste e altre misure, vengono adottate per legge dal Consiglio federale sotto forma di ordinanze.


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Ultima modifica 30.01.2024

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