Studio sullo stress 2010: rilevamento presso i lavoratori in Svizzera

Berna, 06.09.2011 - Secondo lo studio effettuato su mandato della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), un terzo dei lavoratori svizzeri si sente stressato spesso o molto spesso, ovvero il 30 per cento in più rispetto a dieci anni fa. Lo stress è legato soprattutto a mancanza di tempo, istruzioni poco precise, discriminazioni sociali e compiti professionali da svolgere nel tempo libero. Ulteriori fattori di carico, i cosiddetti stressori, sono le lunghe giornate lavorative e un eccessivo carico emotivo. Una buona gestione da parte del diretto superiore può invece influenzare positivamente la soddisfazione sul posto di lavoro e una bassa percezione dello stress.

La SECO, quale autorità federale competente, ha la responsabilità di vigilare sull’esecuzione della legge sul lavoro, che disciplina fra l’altro anche la tutela della salute psichica. Al fine di ottemperare a tale mandato, già nel 2000 la SECO aveva condotto una ricerca dedicata al tema dello stress sul posto di lavoro. L’obiettivo del nuovo studio è fare il punto della situazione sullo stress sul posto di lavoro e delineare gli sviluppi occorsi in questo arco di tempo. A tale scopo sono stati intervistati 1006 lavoratori dipendenti e indipendenti nell’ambito di un’indagine rappresentativa.

Aumento della percezione dello stress
Lo studio ha evidenziato un aumento delle persone che percepiscono “spesso” e “molto spesso”, passando dal 26,6 per cento al 34,4 per cento. Rispetto al 2000 il 30 per cento in più delle persone attive si sente stressato in maniera cronica, ovvero in maniera prolungata. La quota delle persone che non percepisce “mai” o “qualche volta” lo stress ha fatto registrare un calo dal 17,4 per cento al 12,2 per cento. La quota delle persone che afferma di essere totalmente in grado di gestire lo stress è invece diminuita dell’11 per cento rispetto al precedente studio (dal 31% al 20%).

Caratteristiche della ripartizione
Non sono state individuate differenze nella percezione dello stress a seconda del ramo economico, della categoria professionale, dello status socioeconomico o del sesso. Le persone attive nella Svizzera occidentale hanno percepito più spesso lo stress rispetto alle persone attive in altre regioni del Paese. I giovani, ossia i soggetti di età compresa tra i 15 e i 34 anni, dichiarano di sentirsi spesso o molto spesso stressati in maniera superiore alla media. I soggetti di età compresa tra i 55 e i 64 anni, ossia il gruppo di persone meno giovani, dichiarano invece non sentirsi mai stressati.

Effetti sulla salute e sul benessere
Tra i fattori che influenzano in maniera particolarmente significativa la percezione dello stress troviamo i lavori da svolgere durante il tempo libero, giornate lavorative di più di 10 ore (da 1-2 volte alla settimana fino a ogni giorno), istruzioni imprecise e il fatto di dover dimostrare sentimenti che non corrispondono a quelli reali. La quota di chi si sente stressato è quasi doppia (66%) tra le persone che devono lavorare con scadenze ravvicinate rispetto alla quota delle persone (34%) per le quali la mancanza di tempo è un fattore meno opprimente. Allo stesso modo, le persone che ammettono di subire discriminazione sociale sul posto di lavoro (ad esempio mobbing) fanno registrare una percezione dello stress doppia rispetto agli altri lavoratori.

La percezione dello stress è correlata anche con il numero di problemi di salute e con il grado di insoddisfazione rispetto alle condizioni di lavoro.  Non è stato accertato alcun legame con le assenze per malattia causate - secondo i lavoratori - dalla loro attività professionale, ma al contrario con il cosiddetto “presenzialismo”, ovvero con la tendenza dei lavoratori a recarsi ugualmente sul posto di lavoro malgrado la malattia.

Esaurimento emotivo e burnout
Il fenomeno del burnout è contraddistinto dalla sensazione di esaurimento mentale. Il 4 per cento degli intervistati ha ammesso che la sensazione di essere logorato emozionalmente corrisponde esattamente al loro caso. Tale sensazione può essere considerata come un segnale di preallarme per il burnout.

Comportamento dei superiori come fattore di prevenzione
Lo studio giunge alla conclusione che il comportamento dei superiori può influire in maniera determinante sulla salute dei lavoratori. Se i collaboratori giudicano positivamente il comportamento dei loro diretti superiori (rispetto dei collaboratori, buona risoluzione dei conflitti, buona organizzazione e pianificazione), si constata il livello massimo di soddisfazione rispetto alle condizioni di lavoro e la minor quota di persone che si sentono stressate o logorate emozionalmente. Questi ultimi si trovano inoltre in un migliore stato generale di salute rispetto a coloro che hanno espresso un giudizio negativo sui loro superiori. Quando tutti gli aspetti del comportamento dei dirigenti vengono giudicati positivamente, la quota dei collaboratori stressati scende al 5 per cento; al contrario se tale comportamento viene giudicato negativamente la quota sale al 95 per cento.

Consumo di farmaci e doping
Il 32 per cento delle persone intervistate attive in Svizzera ha affermato di aver assunto, per una o più ragioni legate al lavoro, farmaci o altre sostanze negli ultimi 12 mesi. La maggior parte sostiene di assumere farmaci o altre sostanze per poter lavorare nonostante la presenza di dolori, o per poter dormire o rilassarsi dopo il lavoro. Il doping sul posto di lavoro per migliorare le proprie prestazioni quando si è in un buono stato generale di salute oppure per migliorare l’umore è stato riscontrato presso il 4 per cento degli intervistati.

I costi dello stress
A causa dei diversi metodi di rilevamento non è stato possibile fare un raffronto diretto tra i dati relativi ai costi tra lo studio del 2000 e quello del 2010. Nel 2000 i costi per i giorni di assenza e i costi di trattamento sostenuti a causa dello stress sono stati stimati a 4,2 miliardi di franchi. Nell’ambito di tale studio non sono stati rilevati i costi personali. I costi per l’economia pubblica (ad esempio l’AI e l’AD), non stati considerati né nel 2000 né nel 2010.


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Ultima modifica 12.02.2020

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