Crediti COVID-19: il Consiglio federale lascia invariati i tassi d’interesse e si esprime a favore di regole di ammortamento

(Ultima modifica 02.02.2022)

Berna, 02.02.2022 - Durante la seduta del 2 febbraio 2022 il Consiglio federale si è occupato dei crediti COVID-19 e ha deciso di lasciare invariati i relativi tassi d’interesse. Si è inoltre espresso a favore dell’introduzione di ammortamenti a partire dal 31 marzo 2022, o eventualmente da una data successiva, e ha fornito informazioni sulla gestione dei crediti.

Dal momento che l’andamento del mercato non è cambiato, il Consiglio federale ha deciso di non adeguare i tassi d’interesse dei crediti COVID-19 a partire da fine marzo 2022, mantenendoli invariati per i dodici mesi successivi. Il tasso d’interesse per i crediti fino a 500 000 franchi rimane quindi dello 0 per cento e quello per i crediti superiori ai 500 000 franchi (crediti COVID-19 Plus) rimane dello 0,5 per cento per la parte del credito garantita dalle organizzazioni di fideiussione.

I crediti COVID-19 dovranno essere ammortizzati entro otto anni dal momento della concessione; è tuttavia possibile estendere questo termine di altri due anni al massimo. Gli ammortamenti vengono concordati tra le imprese e le banche creditrici. Il Consiglio federale accoglie con favore l’introduzione, a partire da fine marzo 2022, di una riscossione degli ammortamenti da parte delle banche che partecipano al programma di credito, come raccomandato dall’Associazione svizzera dei banchieri. Appoggia inoltre la possibilità di concedere alle imprese particolarmente colpite dalla pandemia un rinvio di circa 6-12 mesi (sempre secondo le raccomandazioni dell’associazione) per l’inizio dell’ammortamento.

Se un credito COVID-19 non viene rimborsato come previsto, la banca può avvalersi della fideiussione: il credito viene trasferito dalla banca creditrice alla rispettiva organizzazione di fideiussione, che si occuperà della sua gestione. Dopo il trasferimento, quest’ultima è obbligata per legge a prendere tutte le misure necessarie per recuperare l’importo dovuto. Durante questo processo bisogna garantire per quanto possibile la sopravvivenza dell’impresa, tenendo conto allo stesso tempo degli interessi finanziari della Confederazione.

Le organizzazioni di fideiussione hanno la possibilità di ricorrere a terzi per gestire i crediti: nella maggior parte dei casi la scelta ricade sulla società Intrum SA. Qualora siano necessari chiarimenti giuridici, interviene invece lo studio legale Kellerhals Carrard.

Se a gestire il credito è Intrum SA, l’azienda debitrice viene invitata a contattarla per concordare un piano di rimborso per l’importo residuo. In base al caso specifico, vengono stabiliti una data di inizio degli ammortamenti con rate economicamente sostenibili e un periodo di rimborso appropriato. Questo modo di procedere permette di prendere in considerazione anche la situazione dei settori particolarmente colpiti dalla crisi. È stato inoltre scelto un approccio favorevole alle aziende anche per quanto riguarda i costi: devono infatti sostenere le eventuali spese esecutive, ma nessun danno da mora, interesse di mora o altro costo derivante dalla gestione del credito.

Dal 26 marzo 2020 al 31 luglio 2020 le imprese hanno potuto richiedere crediti COVID-19 rimborsabili, pari al 10 per cento al massimo del loro fatturato, per coprire le esigenze di liquidità durante i primi mesi della pandemia. I crediti sono stati garantiti da quattro organizzazioni di fideiussione riconosciute dalla Confederazione. In totale ne sono stati concessi circa 138 000, per un volume complessivo di quasi 17 miliardi di franchi. Dedotti i crediti già completamente ripagati e quelli per i quali le banche si sono avvalse della fideiussione, ne restano attualmente in sospeso circa 112 000, per un volume di circa 12 miliardi di franchi. Altre informazioni sono disponibili su: https://covid19.easygov.swiss/it/.

 


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