Il Consiglio federale prende atto dei chiarimenti su presunte granate a mano svizzere in Siria
Berna, 04.07.2012 - Il 4 luglio 2012 il Consiglio federale ha preso atto dei chiarimenti da parte del Dipartimento federale dell’economia (DFE) in merito alla presunta esportazione di granate a mano svizzere in Siria. Dall’entrata in vigore il 1° aprile 1998 della legge sul materiale bellico, la Svizzera non ha più esportato materiale bellico in Siria e secondo quanto finora appurato dal DFE, la granata a mano pubblicata dalla Sonntagszeitung del 1° luglio 2012 proviene da una fornitura della RUAG del 2003 destinata agli Emirati Arabi Uniti. Finora non vi era alcuna prova del fatto che granate a mano svizzere fossero giunte in Siria. Gli accertamenti del caso sono tuttavia ancora in corso.
Il 1° luglio 2012 la Sonntagszeitung ha pubblicato una foto di una granata a mano, scoperta e fotografata da un reporter presumibilmente il 28 giugno 2012 nella città di Marea in Siria. Le segnalazioni fornite dalla stampa tuttavia sollevano ancora alcune domande: non è infatti ancora chiaro il motivo per cui non vi sono le foto del luogo del ritrovamento della granata a mano. Il DFE sta dunque portando avanti le sue indagini per ottenere ulteriori informazioni con l'aiuto degli altri Dipartimenti.
Dall'entrata in vigore della legge sul materiale bellico il 1° aprile 1998 non vi sono state più esportazioni di materiale bellico dalla Svizzera destinate alla Siria e secondo i primi accertamenti del DFE e della competente Segreteria di Stato dell'economia (SECO), la granata a mano risale a una fornitura della RUAG del 2003 destinata all'esercito degli Emirati Arabi Uniti per un totale di 225'162 granate a mano. Gli alti rappresentanti dell'esercito degli Emirati Arabi Uniti avevano inoltre sottoscritto una dichiarazione di non riesportazione.
Anche se lo stato delle prove è ancora incerto, la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) ha disposto misure d'urgenza provvisorie che prevedono che tutte le richieste pendenti vengano bloccate e che tutte le autorizzazioni già rilasciate, non ancora utilizzate o utilizzate ancora parzialmente, vengano ritirate. Sarà possibile decidere ulteriori misure non appena la questione sarà sufficientemente chiara.
La SECO ha inoltre preso contatto con le autorità degli Emirati Arabi Uniti tramite l'ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti a Berna e anche tramite l'Ambasciata svizzera ad Abu Dhabi nonché l'addetto militare presente sul posto al fine di chiarire la situazione.
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Ultima modifica 12.02.2020
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