Video: Accordo di partenariato economico tra gli Stati dell’AELS e l’Indonesia. Votazione popolare del 7 marzo 2021
Conferenza stampa del 7.12.2020
Il consigliere federale Guy Parmelin e l'ambasciatore Markus Schlagenhof si pronunciano sulla votazione popolare concernente l'Accordo di partenariato economico globale tra gli Stati dell’AELS e l’Indonesia.
Dichiarazione per la TV
Discorso del Presidente della Confederazione Guy Parmelin
Di che cosa si tratta?
Insieme agli altri Stati dell’AELS – ossia all’Islanda, al Liechtenstein e alla Norvegia – la Svizzera ha firmato nel dicembre 2018 un Accordo di partenariato economico globale con l’Indonesia (Comprehensive Economic Partnership Agreement, CEPA).
L’Accordo aumenterà la sicurezza giuridica e di pianificazione per le imprese svizzere e rafforzerà la cooperazione tra Svizzera e Indonesia. Le concessioni doganali sono state concepite in modo tale da permettere a tutti i principali settori d’esportazione svizzeri di beneficiare dell’Accordo: sia l’industria che i produttori di prodotti agricoli, quindi. In cambio, la Svizzera concederà all’Indonesia l’esenzione dai dazi sui prodotti industriali. Le concessioni tariffarie accordate nel settore agricolo corrispondono sostanzialmente a quelle di altri accordi di libero scambio e non sono pertanto un pericolo per l’agricoltura svizzera.
La Svizzera accorda inoltre al Paese asiatico concessioni sull’olio di palma, ma in misura limitata e imponendo espliciti requisiti di sostenibilità. Gli importatori che non potranno comprovare l’adempimento di tali requisiti non beneficeranno delle agevolazioni doganali previste. In questo modo il nostro Paese contribuisce a promuovere la produzione sostenibile di olio di palma.
Il Parlamento ha approvato l’Accordo nella sessione invernale 2019. Contro la sua adozione è però stato indetto il referendum, per cui il popolo svizzero sarà chiamato a pronunciarsi su questo accordo il 7 marzo 2021.
Posizione di Consiglio federale e Parlamento
Per il Consiglio federale e il Parlamento una cosa è certa: l’Accordo con l’Indonesia offre alla nostra economia la grande opportunità di accedere a un importante mercato in crescita. Migliora l’accesso al mercato indonesiano e scongiura il pericolo che le nostre imprese siano discriminate. Rispetto a oggi, l’Accordo offre inoltre nuove opportunità e miglioramenti nel campo della sostenibilità. Stabilisce regole commerciali compatibili con l’obiettivo dello sviluppo sostenibile. Questo vale in particolare per l’olio di palma, che potrà essere importato alle condizioni preferenziali previste dall’Accordo soltanto se soddisfa rigorosi criteri di sostenibilità. Consiglio federale e Parlamento raccomandano pertanto di votare «sì».
La Svizzera produce prodotti di nicchia di elevata qualità e li esporta in tutto il mondo. Le aziende svizzere, piccole o grandi che siano, necessitano quindi di un accesso affidabile a un numero il più elevato possibile di mercati esteri. L’Accordo con l’Indonesia rientra nella politica di libero scambio del nostro Paese, che vanta già oltre 30 accordi con più di 40 Paesi al di fuori dell’UE e dell’AELS.
L’Indonesia è il quarto paese più popolato del mondo e vanta un ceto medio emergente. Il commercio con questo Paese asiatico, attualmente ostacolato da elevati dazi doganali e da altre barriere commerciali, presenta un grande potenziale di crescita – anche rispetto al commercio della Svizzera con altri Paesi di quest’area asiatica. L’Accordo migliora l’accesso a questo importante mercato: elimina i dazi doganali sul 98 per cento delle esportazioni svizzere, offre maggiore sicurezza giuridica e di pianificazione alle nostre imprese e previene il rischio di una loro discriminazione rispetto ai concorrenti dell’Unione europea, anch’essa impegnata in negoziati con l’Indonesia.
La maggior parte dei prodotti agricoli indonesiani – p. es. la frutta tropicale – completano l’offerta sul nostro mercato e non sono in concorrenza con i prodotti svizzeri. Inoltre, le concessioni nel settore agricolo sono concepite in modo tale da non rappresentare un pericolo per l’agricoltura elvetica. Questo vale anche per le concessioni sull’olio di palma (v. argomento separato). Grazie all’Accordo si vengono a creare sul mercato indonesiano nuove possibilità di sbocco per prodotti agricoli svizzeri come la cioccolata, il formaggio o i latticini.
In un capitolo esaustivo sul commercio e lo sviluppo sostenibile, la Svizzera e l’Indonesia ribadiscono che il commercio non deve andare a scapito della popolazione e dell’ambiente. Le due parti si impegnano per i diritti umani, per i diritti dei lavoratori e dei gruppi particolarmente vulnerabili e per la protezione dell’ambiente. L’Accordo attribuisce particolare importanza alla tutela delle foreste e alla produzione sostenibile di olio di palma. Nello specifico i due contraenti si impegnano ad attuare efficacemente le norme per la protezione delle foreste primarie e di altri ecosistemi. Ciò include le seguenti condizioni:
no alla deforestazione delle foreste primarie,
no al drenaggio delle torbiere,
no alla deforestazione per abbruciamento,
sì al rispetto dei diritti delle comunità indigene e dei lavoratori.
L’Accordo tiene conto delle legittime preoccupazioni sull’impatto sociale e ambientale della produzione di olio di palma nei Paesi di origine. Garantisce inoltre che le importazioni totali di quest’olio in Svizzera non aumentino e che la produzione interna di olio di colza e di girasole non ne risenta.
Nel concreto, le connessioni accordate sull’olio di palma indonesiano sono le seguenti:
i dazi sull’olio di palma indonesiano non vengono eliminati, ma soltanto ridotti di circa il 20-40 per cento;
queste tariffe preferenziali si applicano soltanto a un quantitativo limitato (max. 12 500 t all’anno);
per beneficiare delle tariffe preferenziali, gli importatori devono dimostrare che il «loro» olio è stato prodotto secondo i principi di sostenibilità convenuti.
L’attuazione rigorosa dell’Accordo garantirà che l’olio di palma possa essere importato a condizioni preferenziali soltanto se prodotto in maniera sostenibile e se soddisfa i rigorosi criteri ambientali e sociali previsti. Agli importatori che non possono fornire questa prova non sarà concessa la riduzione del dazio. Il Consiglio federale specificherà questa procedura di verifica in un’ordinanza separata, che entrerà in vigore insieme all’Accordo.
Il 18 dicembre 2020 il Consiglio federale ha avviato la procedura di consultazione in merito a questa ordinanza.
Per la Svizzera, l’Indonesia è già da tempo un Paese prioritario nel campo della cooperazione e dello sviluppo economici. La collaborazione tra i due Paesi è anch’essa oggetto dell’Accordo. L’obiettivo è promuovere una crescita sostenibile che giovi all’intera popolazione e che tuteli le risorse naturali del Paese asiatico. Nell’agricoltura e nella produzione dell’olio di palma la Svizzera sostiene diversi progetti intesi a sviluppare processi produttivi che siano rispettosi delle risorse e che sostengano, in particolare, i piccoli agricoltori. Questi progetti dovranno permettere anche alle piccole aziende indonesiane di sfruttare in maniera sostenibile il potenziale dell’Accordo.
Respingere l’Accordo significherebbe privare le imprese svizzere dell’opportunità di accedere più agevolmente a un mercato in forte crescita come quello indonesiano.
E non soltanto: significherebbe anche perdere l’occasione di promuovere la produzione sostenibile di olio di palma. Per la Svizzera l’Accordo rappresenta una novità: è la prima volta, infatti, che il nostro Paese subordina le concessioni accordate alla controparte a specifici criteri di sostenibilità. In questo modo lanciamo un chiaro segnale a favore degli sforzi globali per una produzione di olio di palma più sostenibile e creiamo incentivi concreti per la realizzazione di questo obiettivo in Indonesia. Un «no» alle urne darebbe a intendere all’Indonesia che gli sforzi finora compiuti non sono apprezzati.