Giornata dedicata ai controlli all’esportazione 2015

Il 4 novembre 2015 la SECO ha organizzato per la seconda volta una riunione con i rappresentanti dell’economia. L’obiettivo era informare l’industria sugli sviluppi attuali e imminenti, a livello nazionale e internazionale, nell’ambito dei controlli all’esportazione e delle sanzioni, nonché discutere di questioni legate alla prassi. L’evento era anche pensato come un’occasione di scambio per l’industria orientata all’esportazione o interessata dai relativi controlli e i rappresentanti delle autorità competenti.

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Nel suo discorso di apertura, il segretario generale del DEFR Stefan Brupbacher Trivigno ha ricordato l'interesse della Svizzera nell'impedire che i beni esportati dal Paese siano usati in modo indebito o per uno scopo diverso da quello originariamente previsto e che la reputazione del Paese venga così messa a rischio. Occorre inoltre garantire che anche in futuro gli Stati partner forniscano all'economia svizzera le tecnologie più avanzate. A tale scopo è necessario che gli attori economici svizzeri siano in grado di competere con la concorrenza straniera.

In due blocchi tematici distinti si è discusso contemporaneamente di controlli all'esportazione, prima nel caso di beni militari a duplice impiego e beni militari speciali e poi nel caso di materiale bellico.

  • Nel blocco tematico Controlli all'esportazione e beni industriali è stata inizialmente fornita una panoramica dei quattro regimi di controllo delle esportazioni (Wassenaar Arrangement, Nuclear Suppliers Group, Missile Technology Control Regime e Australia Group) ed è stato poi illustrato, mediante due esempi, il modo di lavorare del gruppo interdipartimentale di controllo delle esportazioni. Quest'ultimo, ai sensi dell'ordinanza sul controllo dei beni a duplice impiego, decide in merito a domande di esportazione di importanza fondamentale, in particolare dal profilo politico. Da maggio di quest'anno le domande di esportazione di tecnologia di sorveglianza possono essere respinte se vi è ragione di ritenere che i beni forniti possano essere usati come strumento di repressione. Si è poi parlato della valutazione delle domande di esportazione di beni militari speciali e di beni a duplice impiego in Russia e Ucraina, per le quali dopo il 27 agosto 2014 sono stati stipulati i relativi contratti. Le domande di esportazione di beni militari speciali verso entrambi gli Stati vengono respinte e lo stesso vale in linea di massima anche per le domande di esportazione di beni a duplice impiego, nel caso i cui i beni in questione siano destinati a scopi militari oppure a utilizzatori finali militari. Infine, sono state presentate le innovazioni che hanno fatto seguito all'introduzione, nell'ottobre del 2014, del sistema di autorizzazioni elettronico ELIC. A novembre, quest'ultimo dovrebbe essere collegato al sistema di dichiarazione doganale e-dec. In questo modo tutti i processi, dalla richiesta di beni fino al passaggio della frontiera, si svolgeranno interamente per via elettronica e tutti gli uffici federali competenti per i controlli all'esportazione e gli operatori economici saranno collegati tramite un'unica piattaforma. I controlli all'esportazione elettronici diventeranno così una realtà.
  • Nel blocco tematico materiale bellico sono inizialmente stati illustrati gli attuali sviluppi nell'ambito della politica del controllo degli armamenti. Partendo dalla situazione economica relativa all'esportazione di materiale bellico si è parlato brevemente di alcune evoluzioni politiche interne ed esterne (p. es. interventi parlamentari, conflitto nello Yemen), passando poi alle future possibilità di sviluppo economico. Hanno fatto seguito una presentazione del Trattato sul commercio delle armi, che è entrato in vigore per la Svizzera il 30 aprile 2015 e verrà applicato mediante la legge federale sul materiale bellico, e alcune spiegazioni in merito alla nuova regolamentazione del transito di materiale bellico con aeromobili civili, in vigore dal 1° ottobre 2015. È poi stata fatta una presentazione sui controlli all'esportazione di materiale bellico all'estero (post-shipment verifications) e sulle esperienze maturate in tal senso. A conclusione del blocco tematico sono infine stati presentati un rapporto sugli effetti dell'introduzione del sistema di autorizzazione informatico ELIC e una panoramica delle innovazioni e dei miglioramenti previsti.

Tra i temi della giornata vi era anche l'applicazione delle sanzioni internazionali in Svizzera. Accanto agli aspetti fondamentali è stata approfondita la politica elvetica in tale ambito: mentre in qualità di Stato membro dell'ONU e in virtù del diritto internazionale la Svizzera è tenuta ad applicare le sanzioni varate dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, in merito alle sanzioni UE il Consiglio federale può invece decidere caso per caso. Dopo aver preso in considerazione criteri giuridici, politici e di politica estera, si sta attualmente cercando di stabilire quale sia la politica migliore nell'interesse della Svizzera. In seguito allo sblocco dei negoziati sul programma nucleare iraniano avvenuto il 14 luglio 2015 e all'accettazione formale del piano d'azione congiunto globale (Joint Comprehensive Plan of Action) il 18 ottobre 2015, vi sono grandi speranze di un imminente allentamento delle sanzioni. Sono quindi state illustrate le tappe dell'allentamento delle sanzioni internazionali nei confronti dell'Iran e sono stati forniti alcuni consigli per aiutare le imprese a non incorrere in violazioni delle misure sanzionatorie.

I relatori di cui la SECO ha potuto avvalersi sono Peter Dietrich, direttore di Swissmem, Jürg Siegfried Bühler, vicedirettore del servizio delle attività informative della Confederazione, e la ministra Daniela Schneider, capo della sezione Controllo degli armamenti e disarmo e non proliferazione del DFAE.

  • Peter Dietrich ha sottolineato come, dopo l'abolizione del tasso minimo di cambio tra franco svizzero ed euro, l'industria meccanica, caratterizzata da una forte presenza di PMI, sia stata ulteriormente messa sotto pressione. A suo avviso inoltre, per molte PMI il mercato svizzero sarebbe troppo piccolo. Poiché i prodotti di alta qualità del settore meccanico sono richiesti in tutto il mondo, i controlli all'esportazione per l'industria meccanica sono necessari, ma dovrebbero essere semplici, trasparenti e concordati a livello internazionale. Pertanto, la Svizzera non dovrebbe effettuare questi controlli da sola.
  • Daniela Schneider ha illustrato la politica d'armamento svizzera nell'ambito conflittuale della politica estera. Ha in particolare spiegato quali sono le considerazioni che guidano il DFAE nell'ambito delle procedure di autorizzazione per l'esportazione di materiale bellico e per l'esportazione di beni a duplice impiego e beni militari speciali.
  • Jürg Siegfried Bühler ha invece indicato quali sono i Paesi critici che stanno portando avanti programmi per la costruzione di armi di distruzione di massa. Ha inoltre spiegato come i Paesi riescono a organizzare programmi di acquisto segreti e sensibilizzato i partecipanti sugli indizi che permettono di individuare affari sospetti.

Nelle sue osservazioni conclusive, la segretaria di Stato Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch, direttrice della SECO, ha sottolineato l'importanza di mantenere la competitività della piazza economica svizzera e ha esortato i presenti a rivolgersi alla SECO in caso di dubbi sulle questioni legate alla prassi.

Ultima modifica 25.04.2017

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