Locali e postazioni di lavoro

Lavori a basse temperature
Temperatura e aerazione dei locali
Elettrosmog

Lavori a basse temperature

Lavoro in locali non riscaldati e all’aperto. Sono autorizzato a svolgere un’attività non impegnativa durante il tempo per riscaldarsi?

Sì. Durante il tempo per riscaldarsi un’attività non impegnativa è persino raccomandata, in aggiunta al consumo di bevande calde. Ciò significa che in queste circostanze è possibile svolgere lavori non impegnativi che, tuttavia, non devono essere pericolosi. Per esempio, è impossibile lavorare su un’impalcatura. È bene prevedere tempo per riscaldarsi prima di mettersi alla guida di un veicolo perché quando l’organismo è in ipotermia il rischio di infortunio aumenta in misura significativa.
Questo riscaldamento è considerato tempo di lavoro.

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OLL 3 art. 21: Lavoro nei locali non riscaldati o all’aperto

Temperatura e aerazione dei locali

A partire da quale temperatura il datore di lavoro deve esonerare i collaboratori dall’obbligo di lavorare a causa del calore?

Il datore di lavoro non è autorizzato a esonerare i collaboratori dall’obbligo di lavorare nonostante le alte temperature estive né può sempre far installare un impianto di climatizzazione. Le aziende sono tuttavia tenute ad adottare le misure necessarie a consentire di lavorare anche ad alte temperature, mettendo cioè a disposizione postazioni di lavoro non esposte direttamente al sole, bevande a sufficienza ecc. Per quanto riguarda le lavoratrici incinte, vigono invece disposizioni di protezione speciali: i lavori svolti a temperature superiori ai 28° sono considerati gravosi e perfino pericolosi (art. 8 ordinanza sulla protezione della maternità).

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Ordinanza sulla protezione della maternità (art. 8, Lavori che espongono al freddo, al caldo o a un’umidità eccessiva)

Elettrosmog

Nella nostra azienda sono stati installati alcuni punti d’accesso wireless per il Wi-Fi proprio sopra diverse postazioni di lavoro. Esistono raccomandazioni sulla distanza da mantenere tra le postazioni e questi punti di accesso per ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni?

Sì. L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha pubblicato una scheda informativa contenente informazioni sugli effetti sulla salute dei punti di accesso wireless e raccomandazioni in questo senso. La potenza del segnale dei dispositivi usati vicino al corpo (smartphone, notebook, ecc.) è più rilevante del punto di accesso WLAN, perché la diminuzione della potenza del segnale è almeno quadratica rispetto alla distanza dalla fonte. L’esposizione alle radiazioni attraverso i punti di accesso WLAN è quindi molto inferiore rispetto all’esposizione permanente agli smartphone nella vita quotidiana. È comunque utile sapere che le attuali specifiche tecniche dei router Wi-Fi garantiscono un’esposizione ai campi elettromagnetici notevolmente inferiore rispetto al passato.