La responsabilità sociale d’impresa (RSI) riguarda l’impatto sociale e ambientale delle attività imprenditoriali. Per la Confederazione è un contributo delle aziende allo sviluppo sostenibile.

La RSI abbraccia un’ampia varietà di tematiche di cui il management aziendale deve tenere conto. Tra queste figurano le condizioni di lavoro (compresa la protezione della salute), i diritti umani, la tutela dell’ambiente, la prevenzione della corruzione, la concorrenza leale, gli interessi dei consumatori, la fiscalità e la trasparenza.
Per attuare la RSI è necessario considerare gli interessi degli stakeholder (azionisti, lavoratori, consumatori, comunità locali, organizzazioni non governative, ecc.) nonché rispettare le norme e gli accordi con i partner sociali. Occorre inoltre tenere conto delle aspettative sociali, che possono spingersi ben oltre gli obblighi giuridici.
La Confederazione si aspetta che le aziende ubicate e attive in Svizzera si assumano le proprie responsabilità conformemente agli standard e alle direttive di RSI riconosciute internazionalmente.
L’attuazione coerente della RSI è un contributo essenziale allo sviluppo sostenibile e al superamento delle sfide sociali e può influire positivamente sulla competitività stessa delle aziende.
In Svizzera sono in uso terminologie diverse: le imprese utilizzano ad esempio le espressioni Corporate Social Responsibility
(CSR), Corporate Responsibility (CR), gestione aziendale responsabile (Responsible Business Conduct) o sostenibilità aziendale.
Documento programmatico e piano d’azione del Consiglio federale
Il 15 gennaio 2020 il Consiglio federale ha adottato il piano d'azione RSI 2020-2023 riveduto. L'Esecutivo conferma così il suo impegno per la responsabilità sociale d'impresa.
Il 1° aprile 2015 il Consiglio federale ha approvato un documento e piano d'azione sulla responsabilità sociale d’impresa, nato da un processo interdipartimentale guidato dalla SECO e condiviso mediante una consultazione dei rappresentanti dei gruppi d’interesse. Gli obiettivi sono due: informare le aziende e gli stakeholder sugli obiettivi e sulle aspettative della Confederazione in materia di RSI e offrire una panoramica delle attività di RSI presenti e future promosse a livello federale.
Obbligo di rendiconto sulle questioni non finanziarie e di diligenza per quanto riguarda i minerali di conflitto e il lavoro minorile
Il 29 novembre 2020 è stata respinta l’iniziativa popolare "per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente". Ciò significa che si applica il controprogetto indiretto del Parlamento, che prevede le seguenti nuove disposizioni nel Codice delle obbligazioni per le imprese:
- Obbligo di rendiconto sulle questioni non finanziarie: le grandi aziende pubbliche e le istituzioni finanziarie devono rendere conto delle questioni ambientali e lavorative, dei diritti umani e della lotta contro la corruzione in modo simile alla Direttiva della UE 2014/95/UE. Ciò include il rendiconto sui rischi materiali, le misure adottate e la loro efficacia o i motivi per cui non si segue tale concetto (il cosiddetto concetto comply or explain). Se il rapporto si basa su normative nazionali, europee o internazionali come le Linee Guida dell'OCSE per le Imprese Multinazionali, queste devono essere menzionate nel rapporto. Il rapporto deve essere approvato dal più alto organo direttivo o amministrativo e dall'organo responsabile dell'approvazione dei conti annuali. Il Consiglio federale ha specificato in un'ordinanza l'implementazione del reporting di sostenibilità per le questioni climatiche per le grandi aziende. Questa prevede l'attuazione obbligatoria delle raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures a partire dall'esercizio finanziario 2024.
- Obbligo di diligenza e di rendiconto per quanto riguarda i minerali di conflitto e il lavoro minorile: analogamente al regolamento della UE (UE)2017/821, viene introdotto un obbligo di diligenza e di rendiconto per le imprese che importano o trattano in Svizzera minerali o metalli costituiti da stagno, tantalio, tungsteno o oro proveniente da zone di conflitto e ad alto rischio. Lo stesso vale per le imprese che offrono prodotti o servizi per i quali vi sono ragionevoli motivi per sospettare che siano stati fabbricati o forniti utilizzando lavoro minorile. Essi devono identificare i rischi e adottare misure per ridurli al minimo. L'adempimento dell’obbligo di diligenza nei confronti dei minerali di conflitto dovrebbe basarsi, tra l'altro, sulla Guida OCSE sulla verifica della diligenza per una catena di approvvigionamento responsabile dei minerali provenienti da zone di conflitto e ad alto rischio e deve essere verificato da un esperto esterno.
Il Consiglio federale ha messo in vigore l'ordinanza con le disposizioni d'esecuzione sull'obbligo di diligenza per quanto riguarda i minerali di conflitto e il lavoro minorile e le disposizioni del CO a partire dal 1° gennaio 2022 (vedi comunicato stampa). La legge concede alle aziende un anno per adattarsi ai nuovi obblighi. Questi si applicheranno quindi per la prima volta nell'esercizio 2023.
Conferenza ministeriale sulla RSI e Aggiornamento delle linee guida dell'OCSE per le imprese multinazionali
In occasione della Conferenza ministeriale sulla condotta aziendale responsabile del 14-15 febbraio 2023, è stata adottata una dichiarazione in cui si afferma che la RSI è un elemento essenziale del sistema internazionale di commercio e investimenti basato sulle regole. Gli Stati si sono impegnati a una più stretta collaborazione per promuovere l'attuazione delle Linee guida dell'OCSE.
Le linee guida dell'OCSE riflettono le aspettative dei 51 governi nei confronti delle imprese per quanto riguarda i diritti umani, le condizioni di lavoro, l'ambiente, la prevenzione della corruzione, gli interessi dei consumatori, così come la divulgazione, la scienza e la tecnologia, la concorrenza e la tassazione. A più di dieci anni dall’ultima importante revisione, completata nel 2011, alcuni punti delle linee guida richiedono un aggiornamento. L’obiettivo è garantire la coerenza con gli altri strumenti messi a punto in seguito all’ultima revisione (p. es. l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e la Guida OCSE sull’obbligo di diligenza).
La Svizzera sostiene l’aggiornamento, che tiene conto dei nuovi sviluppi (soprattutto in materia di ambiente, diritti umani e condizioni di lavoro) e che recepirà alcune disposizioni sull’uso responsabile delle tecnologie digitali. Per garantire un’esecuzione uniforme delle linee guida da parte dei punti di contatto nazionali (PCN) è necessario stabilire ulteriori norme in materia di accessibilità, trasparenza e responsabilità. Inoltre, è importante regolamentare in modo più dettagliato alcune fasi procedurali che riguardano l’elaborazione dei dati da parte dei PCN. I negoziati sono iniziati quest’estate e dovrebbero concludersi entro un anno.
Per ulteriori informazioni sull'aggiornamento delle Linee guida dell'OCSE, visitate il sito web dell'OCSE.
COVID-19 e condotta aziendale responsabile
COVID-19 ha un impatto sulle aziende e sulla società, ad esempio sulla conservazione della salute e del sostentamento. In che modo un'azione aziendale responsabile può contribuire a superare la crisi a breve e lungo termine? Buoni esempi, come l'aumento della resilienza delle catene di fornitura o la distribuzione equa dei benefici delle misure di stimolo, si possono trovare nei seguenti documenti:
Digitalizzazione e condotta aziendale responsabile
Le implicazioni della digitalizzazione per una condotta aziendale responsabile sono molteplici. Ad esempio, i nuovi strumenti digitali possono consentire alle imprese di rafforzare i loro sforzi per agire in modo responsabile, in particolare per quanto riguarda la gestione responsabile della catena di fornitura (ad esempio, la tecnologia a catena di blocco per analizzare i rischi nella catena di fornitura, l'apprendimento delle macchine). Allo stesso tempo, la trasformazione digitale può anche portare le imprese a causare o contribuire a danni sociali e ambientali in nuovi modi (ad esempio, il rischio di discriminazione nell'uso dell'intelligenza artificiale e i rischi per i diritti umani associati alla tecnologia di sorveglianza e all'uso improprio delle piattaforme di contenuti online). L'OCSE ha pubblicato i seguenti strumenti al riguardo:
C'è un ruolo per le catene di blocco nella condotta aziendale responsabile? (PDF, 2 MB, 03.12.2019)
Intelligenza artificiale e condotta aziendale responsabile (PDF, 2 MB, 03.12.2019)
Piattaforme online e condotta aziendale responsabile (PDF, 2 MB, 03.12.2019)
Comunicati stampa:

Eventi:

Ultima modifica 23.05.2023