Il 3 aprile 2025 il Consiglio federale ha preso atto dei dazi doganali di ampia portata annunciati dal governo statunitense a tutti i partner commerciali degli Stati Uniti, compresa la Svizzera. Analizzerà in modo approfondito le misure e le loro ripercussioni sulla Svizzera, ed è in contatto con i settori interessati, con importanti partner commerciali e con le autorità statunitensi.

- Per domande specifiche sulle normative statunitensi in materia di importazioni e sui dazi doganali sulle importazioni dalla Svizzera rimandiamo alle informazioni dell’amministrazione doganale USA: U.S. Customs and Border Protection.
U.S. Customs and Border Protection helpline: traderemedy@cbp.dhs.gov
- Per ulteriori consulenze riguardanti le esportazioni dalla Svizzera negli Stati Uniti rivolgersi a Exporthelp di Switzerland Global Enterprise (S-GE):
Telefono: 0844 811 812
Mail: exporthelp@s-ge.com
Sito: S-GE ExportHelp | S-GE - Gli importatori, gli intermediari doganali e le associazioni di categoria dispongono di ulteriori informazioni.
Il Consiglio federale prende atto degli aumenti dei dazi annunciati dal presidente Trump. Al momento non è a conoscenza dei dettagli su come le autorità statunitensi siano giunte a questa conclusione. Stando a quanto annunciato, a partire dal 5 aprile le esportazioni svizzere negli USA saranno soggette a dazi aggiuntivi del 10%. Secondo l’ordine esecutivo firmato dal presidente Trump (Executive Order), per il momento i dazi annunciati non si applicano a un elenco di prodotti. Sono temporaneamente esclusi dai dazi supplementari i prodotti farmaceutici e chimici, nonché alcuni metalli preziosi, che rappresentano una quota significativa delle esportazioni svizzere negli Stati Uniti.
Nei prossimi giorni e settimane, il Consiglio federale chiarirà con le autorità statunitensi le ragioni degli aumenti tariffari, eliminerà eventuali malintesi e cercherà di raggiungere una soluzione. In quanto economia di medie dimensioni fortemente dipendente dal commercio, la Svizzera è favorevole all’apertura dei mercati, al libero scambio, a condizioni quadro prevedibili e alla certezza del diritto.
Al momento non è possibile fornire informazioni sulle ripercussioni esatte delle misure. Il Consiglio federale analizzerà l’aumento dei dazi preannunciato ed è in contatto con i settori economici colpiti. Ad oggi, sulla base di diversi scenari congiunturali, non si prevede un crollo congiunturale significativo. L’economia svizzera ha dato prova di una notevole resilienza durante le recenti crisi economiche e gli stabilizzatori automatici si sono dimostrati finora sufficientemente efficaci.
La Svizzera e gli Stati Uniti sono partner economici stretti. Negli ultimi vent’anni il commercio bilaterale è quadruplicato. La Svizzera vuole mantenere il dinamismo delle relazioni economiche nel commercio e negli investimenti transfrontalieri e si impegna a massimizzare un accesso al mercato privo di ostacoli.
Dal 5 aprile 2025 è in vigore un dazio supplementare forfettario del 10% su tutte le importazioni (ad eccezione di determinati prodotti) negli Stati Uniti provenienti da tutti i Paesi (regolamentazioni doganali speciali si applicano, tra l'altro, alla Cina, al Messico e al Canada).
Questi dazi doganali colpiscono importanti prodotti di esportazione svizzeri come macchinari, orologi, formaggi e prodotti alimentari trasformati (capsule di caffè, bevande energetiche, cioccolato).
Attualmente non sono previsti dazi doganali supplementari per le esportazioni dell'industria chimica e farmaceutica e per determinati metalli preziosi.
Un aumento delle tensioni a livello di politica commerciale non è nell’interesse della Svizzera. Eventuali contromisure contro gli aumenti tariffari statunitensi comporterebbero costi per l’economia svizzera, in particolare rendendo più onerose le importazioni dagli USA. Per il momento, pertanto, il Consiglio federale non prevede alcuna contromisura.
Il Consiglio federale è generalmente cauto per quanto riguarda una politica congiunturale attiva o misure di ammortizzazione specifiche per le imprese. Da un lato, la Svizzera dispone di una rete di sicurezza sociale e di stabilizzatori automatici di ampia portata, come l’assicurazione contro la disoccupazione (AD) e l’indennità per lavoro ridotto (ILR), nonché di un sistema fiscale in combinazione con il «freno all’indebitamento». D’altra parte, l’impatto macroeconomico di una politica congiunturale attiva in un’economia aperta come quella elvetica è limitato. Infine, l’economia svizzera ha dato prova di una notevole resilienza durante le recenti crisi economiche e gli stabilizzatori automatici si sono dimostrati finora sufficientemente efficaci. Il Consiglio federale continuerà a monitorare attivamente la situazione e a proporre misure in funzione dell’impatto sul Paese. Al momento attuale, l’adozione di misure di politica economica in Svizzera sarebbe prematura.
Le ripercussioni congiunturali dipenderanno dalle decisioni degli Stati Uniti sui dazi, dalle reazioni degli altri Paesi e dall’andamento della congiuntura all’estero. Lo scorso 18 marzo il gruppo di esperti della Confederazione ha previsto, basandosi sullo status quo del 10 marzo, una crescita dell’economia svizzera inferiore alla media. Lo scenario negativo, che prevede l’introduzione generalizzata di dazi sulle importazioni negli Stati Uniti, indica un rallentamento significativo della congiuntura e un dimezzamento della crescita nel 2026, ma non un crollo dell’economia svizzera. Le decisioni prese dagli Stati Uniti il 2 aprile hanno aumentato la probabilità che la congiuntura si sviluppi in modo meno favorevole di quanto delineato nelle previsioni congiunturali.
La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) segue costantemente gli sviluppi. Le prossime previsioni congiunturali usciranno il 16 giugno. In caso di rapida escalation, sarà possibile effettuare una valutazione intermedia.
La bilancia commerciale bilaterale tra Svizzera e Stati Uniti è relativamente equilibrata. Gli USA denotano un’eccedenza nell’esportazione di servizi mentre la Svizzera denota un’eccedenza nell’esportazione di beni. L’eccedenza del nostro Paese nell’esportazione di beni non è riconducibile a pratiche commerciali «sleali». La Svizzera ha abolito tutti i dazi industriali dal 1° gennaio 2024. Il 99% di tutti i beni provenienti dagli Stati Uniti può essere importato in Svizzera in esenzione doganale.
La Confederazione non versa all’industria sussidi che producono distorsioni sul mercato. L’eccedenza nel commercio di beni è dovuta in gran parte alle esportazioni dell’industria chimico-farmaceutica e al commercio dell’oro. Da decenni la Svizzera si è specializzata nell’industria chimico-farmaceutica e di conseguenza investe molto in ricerca e sviluppo negli Stati Uniti (la Svizzera è il maggior investitore straniero in attività di ricerca e sviluppo).
Le conseguenze dei nuovi dazi doganali sono attualmente oggetto di analisi da parte degli uffici competenti; la SECO fornirà informazioni tempestive al riguardo. Questa pagina viene costantemente aggiornata.
La fornitura di informazioni giuridiche vincolanti sulle normative statunitensi in materia di importazione e dazi doganali è di competenza delle autorità statunitensi responsabili (v. contatto con l’amministrazione doganale statunitense / CBP). Quanto pubblicato su questa pagina ha puramente scopo informativo.
Ultima modifica 25.06.2025